Trekking in montagna

Vivere a Milano offre la possibilita' di organizzare diverse gite in giornata sulle montagne non lontane. Voglio condividere questa esperienza perche' inizilmente non sapevo quante possibilita' diverse ci fossero per gite in ogni stagione e per ogni livello di preparazione. Mi piacerebbe che la mia ricerca di posti solitamente poco frequentati e molto suggestivi possa essere un'idea anche per altri appassionati di montagna.
Ci sara' una sezione dedicata alle Dolomiti dove solitamente mi reco un paio di volte l'anno. So che non sono raggiungibili da Milano facilmente, ma sono luoghi che amo e non voglio trascurarli.

sabato 22 gennaio 2011

VAL SOLDA - ALPE MAPEL

Partenza: Dasio – Valsolda (CO) 600m
Arrivo: Alpe Mapel 1.148m
Dislivello in salita:  760m
Altitudine massima:1.148m

Tempo di percorrenza:4h30'
Periodo: Inverno (senza neve)
Tempo in auto da Milano: 1h30 (passando dalla Svizzera); 2h00 da Menaggio

Arrivo in auto:
Da Milano e' piu' veloce percorrere l'autostrada per Como e passare quindi dalla Svizzera con l'autostrada (la Vignetta costa 35€ e dura per tutto l'anno solare). Si esce a Lugano sud e si segue tutto il lungo lago in direzione di Porlezza. A Cresssogno si lascia il lago e si seguono le indicazioni per Dasio.
In alternativa si deve percorrere il versante occidentale del Lago di Como fino a Menaggio e quindi seguire le indicazioni per Porlezza. Dopo Porlezza, seguendo il lago, si trova Cressogno e quindi Dasio.
C'e' un parcheggio al paese dove si puo' lasciare l'auto.

L'Alpe Mapel
Descrizione
La riserva Nautarale Valsolda e' un angolo di natura selvaggia e incontaminata. L'altitudine non e' elevata e quindi anche in inverno - se non e' molto nevosono come quest'anno - si possono fare gite senza attrezzatura invernale.
L'ambiente e' per lo piu' aspro, con rocce spioventi e pareti a picco, ma a tratti l'ambiente cambia e sia radure, circondate da conifere o faggeti, che corsi d'acqua redono l'ambiente bucolico. Il panorama la fa spesso da padrone: verso sud e' spesso visibile il Lago di Lugano, mentre verso nord incombono le rocce del Torrione e le Cime di Noga.
La salita
Segnaletica al Passo Stretto

Il Lago di Lugano visto da Ranco
Ci addentriamo nel paesino dove subito vediamo le indicazioni per il sentiero n° 3  (Sentiero delle quattro Valli) che seguiamo fino al Passo Stretto. A tratti il sentiero e' anche segnato con segnavia bianco e rosso e con il n°1. Saliamo per il bosco dove quasti subito troviamo un cancelletto che si deve aprire per poter proseguire. Arriviamo ad una prima baita dove il sentiero si congiunge con la strada carrozzabile che arriva dal paese. Si segue la strada (con divieto di transito per le auto) fino all'Aple Serte. Qui ci sono un po' di indicazioni sui sentieri e sul parco. Preseguiamo quindi sul sentiero seguendo il bollino blu per il Passo Stretto.
Rose di Natale - Helleborus Niger
Circa 15' prima del Passo Stretto c'e' il bivio per l'Alpe Mapel, ma proseguiamo fino al Passo Stretto per vedere com'e' l'ambiente sul versante nord della montagna. Lasciamo quindi sulla sinistra il sentiero che imbocchermo piu' tardi e proseguiamo nel freddo e nell'ombra della valle che si fa effettivamente sempre piu' stretta. La salita e' dolce fino al passo. Qui e' rimasta la neve; immagino per la mancanza di sole duranete il giorno. Guardiamo il panormama verso Nord e, vedendo che il sentiero da questa parte e' all'ombra, decidiamo di tornare sui nostri passi per imboccare il sentiero dell'Alpe Mapel incrociato poco fa. 
Verso l'Alpe Mapel


Questo sentiero e' un saliscendi molto bello e sollegiato. Ad un cartello del sentiero faunistico c'e' un bivio: il sentiero principale scende ripido, mentre un sentiero rimane in quota. Inzialmente abbiamo il dubbio che il sentiero in quota non sia percorribile, anche se segnato sulla nostra cartina, ma poi vediamo segni evidenti su alberi e rocce. Il sentiero, anche se un po' sconesso, ci porta con facilita' verso l'Alpe. Appena prima dell'Alpe vediamo un sentiero segnato che arriva dal basso e pensiamo che sara' il sentiero da fare per il ritorno. Arrivati all'Alpe troviamo addirittura un tavolo al sole per mangiare e godere del bel panorama. Si sta veramente bene e ne approfittiamo per fare una pausa un po' piu' lunga del solito.



La discesa
Alpe Serte Vecchia

Imbocchiamo il sentiero appena percorso fino al bivio visto in salita. Lasciamo quindi il sentiero della salita per il sentiero a destra (il piu' evidente) che scende velocemente nel bosco. Raggiungiamo una radura con il cartello “Alpe Serte Vecchia” anche se non si vedono nemmeno i resti dell'Alpe.
C'e' un sentiero che porta ancora verso il Passo Stretto che non imbocchiamo. Continuiamo infatti a scendere per un bel sentiero fino a raggiungere il fiume appena sotto l'Alpe Serte. Una piccola salita e siamo di nuovo all'Alpe Serte. Da qui ripetiamo il sentiero della salita che a quest'ora e' al sole.



La Mappa


Il Grafico Tempo - Altitudine




lunedì 17 gennaio 2011

MONTE GENEROSO - versante italiano

Partenza: Orimento – San Fedele Intelvi – CO
Arrivo: Anti cima Monte Generoso – confine Italia Svizzera
Dislivello in salita: 390 m
Altitudine massima: 2.150

Tempo di percorrenza: 2h00 / 2h30
Periodo: Inverno

Arrivo in auto: 
Ad Argegno (sponda occidentale del Lago di Como) imboccare la Val d’Intelvi seguendo le indicazione per San Fedele.
Superato il centro del paese di san Fedele seguire l’indicazione sulla destra per Orimento, appena dopo un centro commerciale. Proseguire sulla strada asfaltata fino ad uno spiazzo in cui sulla destra si trova una strada con divieto d’accesso in caso di neve. Si puo’ lasciare l’auto qui o, se la strada e’ sufficientemente pulita e si hanno le catene da neve, proseguire per circa 1 km fino ad arrivare alla fine della strada.
Da Milano circa 1h30 di auto.

Descrizione
Obiettivo della gita e’ uscire dalla nebbia fitta di Milano di questi giorni e godersi un po’ luce.
Il Monte Generoso, montagna alta solo1.700m, offre una vista a 360° sulla val Padana e su gran parte dell’arco alpino.

Panorama verso il Lago di Lugano e il Monte Rosa

La gita, abbastanza breve e adatta a tutti, e’ di grande soddisfazione per i panorami che offre e per gli ambienti che si attraversano.

Oggi la giornata e’ resa ancora piu’ piacevole dalla compagnia di Chiara e del Mo’ che, come noi, vogliono trovare un po’ di sole dopo il grigiore costante dell’ultima settimana.
Non portiamo le ciaspole perche’ la neve e’ dura e la traccia ben marcata. Marco ed io abbiamo comunque i ramponcini a quattro punte perche’ “non si sa mai”

La salita                                                 
Imbocchiamo la strada ben segnata in falso piano che corre sul lato destro della montagna. La neve e’ fin troppo dura e si scivola parecchio. Non e’ pericoloso, ma ci mettiamo i ramponcini per fare meno fatica. Chiara e il Mo’ proseguono con i soli scarponcini senza grande difficolta’, ma con qualche scivolata in piu’.
Vista sulle Grigne
Dopo pochi minuti usciamo dal bosco e incrociamo la strada che arriva dal Rifugio di Orimento. Arriviamo quindi all’Alpe di Bol (1.391m) dove ci sono nuove indicazioni per il Monte Generoso. Qui imbocchiamo un sentiero piu’ piccolo e ripido che ci porta fino alla cresta. Sulla destra del sentiero abbiamo il bosco nero e fitto che sembra impenetrabile, mentre sulla sinistra e dietro di noi il panorama e’ gia’ aperto su tutte le Alpi svizzere e sulle Alpi e Pre-Alpi Orobie.
Arrivati sulla cresta il panorama e’ splendido. Vediamo la pianura padana sommersa dalla nebbia e piu’ in la le montagne dell’Appennino. Ci fermiamo a guardare anche le montagne che sono piu’ familiari dal Triangolo Lariano fino al Legnone.
Sulla cresta

Proseguiamo sull’ampia cresta seguendo la traccia fino a quando incontriamo il primo ceppo che segna il confine Italia-Svizzera. Qui c’e’ anche una palina che indica un sentiero, non percorribile in inverno, che scende per il ripido versante svizzero.
Proseguiamo ancora per qualche minuto fino a che la traccia diventa meno evidente e non ci fidiamo a proseguire. Probabilmente con ramponi e piccozza si arriva in tutta sicurezza fino alla croce appena sotto la cima.
Ci sono tantissime tracce di sci che portano dal sentiero alto al sentiero basso. Noi a piedi decidiamo di tornare per la stessa strada.
Vista sulla zona del Sempione
La nebbia verso la pianura
Saliamo su una cimetta appena sopra il sentiero per vedere ancora meglio il panorama verso Nord. Si vede il Lago di Lugano dalla zona di Campione d’Italia fino a Lugano. La visione sull’arco Alpino e’ incredibile. Si vede il Monviso, il Monte Rosa con la punta del Cervino che fa capolino alla sua destra. Ci sono poi tutte le montagne del Sempione e Chiara riconosce anche il Monte Leone e il Cistella. Poi il panorama prosegue con tutte le montagne della Svizzera, la nostra conoscenza delle cime di quella zona e’ veramente limitata.  Verso est il panorama e’ ancora aperto su tutte le Alpie Orobie e si riconosce anche il promontorio di Bellagio che divide i rami del Lago di Como.

La  discesa
Scendiamo dallo stesso sentiero per cui siamo saliti. Il Mo’ si avventura in un po’ di fuori pista per provare l’ebbrezza della “discesa con sedere”. NON FATELO! Ci urla mentre scivola senza riuscire a fermarsi. Dopo una ventina di metri fortunatamente si ferma con qualche escoriazione alle mani e un po’ di spavento (nostro!). Non c’e’ reale pericolo perche’ non ci sono dirupi o pendii molto ripidi, ma in montagna e’ sempre meglio stare con i piedi per terra!
Ci fermiamo a mangiare in punto senza vento e con dei sassi comodi. Ci godiamo per l’ultima volta il panorama e quindi lasciamo la cresta verso il bosco e l’auto

Grafico tempo-altitudine


lunedì 3 gennaio 2011

Dolomiti LATEMAR - FORCELLA PENIOLA

Partenza: Sorte – Moena - TN
Dislivello in salita: 1.005 m
Altitudine massima: 2.150
Tempo di percorrenza: 3h30

Segnavia: 521
Periodo: Inverno

Arrivo in auto: 
A Moena seguire le indicazioni per Sorte/Malga Panna/ Malga Penia (lato ovest della valle). Giunti alla frazione di Sorte parcheggiare nella zona della cabina telefonica.

Descrizione
Il Latemar e ‘ uno dei posti meno conosciuti e frequentati per fare trekking nelle Dolomiti.
Le zone piu’ affascinanti sono i boschi incontaminati e le rocce impervie che si possono scoprire solo con camminate di ogni tipo: dalle ferrate impegnativi alle scampagnate nel bosco.
La giornata e’ ancora splendida e cerchiamo una gita in cui si possa godere sia del sole che del panorama. Pensiamo alla forcella di Peniola perche’ e’ un posto tranquillo, soleggiato e molto panoramico.
Panorama verso Nord dalla Forcella

La Forcella di Peniola o il poco distante Sass di Ciamp si raggiungono facilmente anche con molta neve. Solo l’ultima parte della gita si svogle in un ampio canalone ed e’ sconsigliata se c’e’ alto pericolo di valanghe.
Quest’anno quasi tutti i sentieri sono ben tracciati perche’ e’ da un po’ che non nevica e non ci sono forti venti, quindi sappiamo per certo che non ci saranno pericoli.

La salita
Come previsto la giornata e’ soleggiata e fredda. Il termometro dell’auto segna -13° alle 9h30!

Palina lungo la strada asfaltata

Radura
Imbocchiamo il senitiero non ben visibile che si spinge sulla destra delle ultime case del paese. La prima parte del sentiero corre al di sotto della strada asfaltata che porta alla Malga Panna.
Dopo circa 10’ arriviamo alla strata asfaltata e dopo poco ad un bivo sulla destra con le indicazioni per il sentiero 521. Adesso seguiamo il sentiero sulla destra che sale per il bosco. Ci fermiamo per mettere le ciaspole e , finalmente siamo al sole, mi devo spogliare un po’. Il bosco di pini lascia infatti  filtrare i raggi del sole sufficienti a scaldarmi un po’.
Dapprima il sentiero e’ dolce per poi diventare piu’ ripido fino a quando si raggiunge una radura a 1.800m di altitudine. Qui c’e’ un cartello con una cartina della zona che secondo noi riporta delle indicazioni errate.
Bosco finale
Saliamo sulla destra della radura per poi spostarci sulla destra quando si arriva quasi alla fine di un canale. Entriamo nuovamente nel bosco per pochi minuti fino a che vediamo il canalone che porta alla forcella. In questa giornata di sole e con bella neve sembra di essere in un posto magico.
Camminiamo veloci per il canalone segunedo le tracce gia’ fatte per non rovinare ulteriormente la neve  e in circa 15’ siamo alla forcella. C’e’ un po’ di vento, quindi facciamo solo qualche foto e poi torniamo verso casa.

Ultima parte della salita
La discesa
La discesa e’ per la stessa strada della salita. L’unica differenza e’ che cerchiamo un angolino caldo e soleggiato per sdraiarci a riposare e mangiare.

Grafico Tempo-Altitudine

domenica 2 gennaio 2011

Dolomiti LATEMAR - MITTERLEGER

Partenza: Carezza al Lago, frazione di Nova Levante (BZ)
Dislivello in salita: 210 m
Altitudine massima: 1.839 m

Tempo di percorrenza: 2h00
Segnavia: 18-21 (SENTIERO DELLE LEGGENDE - SAGENWANDERUNG)
Periodo: Inverno (gita consigliata durante una nevicata)

Arrivo in auto: 
Da Bolzano: Uscita Bolzano nord e seguire per la Val d’Ega prima e per il Passo di Costalunga poi. Dopo il paese di Nova Levante si incontra il Lago di Carezza (d’inverno e’ completamente ricoperto di neve e non vale la pena fermarsi), ancora qualche tornante e sulla sinistra si trova il Grand Hotel dove si puo’ parcheggiare.
Dalla Val Di Fassa: A Vigo di Fassa lasciare la Valle e dirigersi verso il passo di Costalunga. A circa un 1Km dal Passo dopo le piste da sci, sulla destra e’ ben visibile il Grand Hotel dove si puo’ parcheggiare

Descrizione
Il Latemar e ‘ uno dei posti meno conosciuti e frequentati per fare trekking nelle Dolomiti.
Questa montagna e’ conosciuta solo perche’ si riflette nel lago di Carezza o per le piste da sci di Obegereggen-Predazzo. Mentre le zone piu’ affascinanti sono i boschi incontaminati e le rocce impervie che si possono scoprire solo con camminate di ogni tipo: dalle ferrate impegnativi alle scampagnate nel bosco.
Il Mitterleger e’ una baita (non gestita a rifugio) sul versante nord e durante l’inverno e’ quindi spesso in ombra. Il mio suggerimento e’ quindi percorrere questa gita in una giornata di neve o comunque nuvolosa. E’ decisamente suggestivo essere completamente immerse nell’atmosfera magica create dalla neve bianca che ricopre sia il sentiero che tutta la vegetazione intorno.
Sono stati giorni di bel tempo costante, anche se freddo, e per oggi le previsioni davano qualche nube. Il Mitterleger e’ quindi la gita perfetta.
La gita e’ abbastanza semplice e siamo quindi riusciti a coinvolgere tutta la famiglia: i miei genitori, zie e zii. Anche mio marito, come sempre, e’ con noi.
Non e’ nevicato recentemente cosi’ il sentiero e’ ben segnato e non e’ necessario avere le racchette da neve. Se sta nevicando o e’ nevicato di recente e’ molto meglio avere le ciaspole per rendere il percorso piu’ agevole.

La salita
Ci diamo appuntamento al villaggio di Carezza per poi scendere insieme a Grand Hotel dove inizia la gita. Ci saremo tutti o qualcuno si ritirera’ all’ultimo momento? Con piacevole sorpresa alle 10.00 puntuali ci siamo tutti. Una comitiva di otto persone, per noi che siamo abituati a passeggiare in due, non e’ male!
Imbocchiamo il sentiero di fronte al Grand Hotel dapprima su una strada forestale che lasciamo subito per un sentierino sulla destra (Indicazione “Agatha Christie Weg”). Con un po’ di chiacchericcio, ma senza fare pause avanziamo sul sentiero che si snoda tra gli abeti. Arriviamo ad un bivio dove sulla destra parte una strada forestale, mentre diritti sale il sentiero ripido in questo tratto. Facendo finta di non sentire le lamentele di mia mamma che vorrebbe evitare il tratto ripido, proseguo per il sentierino che si immerge nel bosco fitto e sempre piu’ suggestivo. Nessuno si lamenta per la fatica quindi facciamo qualche pausa solo per le foto e per goderci un po’ il panorama
Dopo circa un’ora dalla partenza arriviamo al pannello di legno con la leggenda della sirenetta del lago di Carezza.

Gli zii si fermano a leggere la leggenda, anche in tedesco, intanto noi facciamo qualche foto. Qui si incrocia la strada che proviene dal lago che percorriamo in salita per qualche minuto fino al limitare del bosco. Nella radura si vede un ricovero per animali e poco piu’ in lontano la baita del Mitterleger.
Siamo arrivati.
Facciamo una sosta ristorandoci con un po’ di the caldo e un po’ di cibo. C’e’ anche il momento di “vestizione” dello zio che viene immortalato da piu’ fotografie. Ammiriamo per un po’ le guglie del Latemar e quando il freddo prende il sopravvento ci prepariamo per la discesa.

La discesa
Imbocchiamo la stessa strada della salita, ma, al cartello delle Leggende, proseguiamo sulla strada principale. Il panorama si apre verso il Catinaccio e sulla sinistra sulle Alpi dal Trentino all’Austria.
Dopo circa 15 minuti imbocchiamo un sentiero ben marcato sulla destra, ma senza palina indicatrice, che ci riporta sul sentiero della salita.


Verso del 12.30 siamo di nuovo in paese, infreddoliti e soddisfatti della nostra gita.

sabato 1 gennaio 2011

Dolomiti CATINACCIO - Rifugio Roda di Vael 2.283

Partenza: Parcheggio Valate 1.748m Passo di Costalunga (Vigo di Fassa – TN)
Dislivello: 550m
Altitudine massima: 2.280
Segnavia: sentiero   n°548
Periodo: Inverno
Descrizione

Il rifugio Roda di Vael si trova nel cuore del Catinaccio – Dolomiti. E’ possibile raggiungere questo rifugio dal semplice sentiero che parte dal Rifugio Paolina, ma incrociando piste da sci e zone a rischio valanghe. Cosi’ d’inverno il percorso da preferire e’ quello un po’ piu’ lungo che parte dal Passo di Costalunga.  Arrivati alla meta il panorama e’ grandioso sia sul Catinaccio che, un po’ piu’ lontano, sul Sella, la Marmolada e le Pale di San Martino dietro ai Monzoni. 


Panorama sul Catinaccio e sul Sella (sullo sfondo a dx) dal Roda di Vael
Durante l’inverno la traccia e’ spesso ben segnata tranne dopo forti nevicate o giornate particolarmente ventose. In questo caso potrebbe bisogna prestare attenzione nella parte centrale del percorso per non perdere il sentiero.
Direi che questa e’ gita perfetta per questi giorni soleggiati. Oggi abbiamo iniziato a camminare verso le 10.00AM per poter godere del sole e della splendida luce sul tragitto
Salita segnavia n° 548
Al primo incrocio


 
Segnavia alla partenza
Partendo dal parcheggio Valate la salita inizia un po’ buia nel bosco di bosco di abeti e larici. Dopo circa 10min arriviamo al primo bivio e proseguiamo sulla destra, come indicato dalla palina. Ancora pochi minuti e il bosco diventa sempre meno fitto lasciando spazio ai primi raggi di sole e al panorama sempre piu’ aperto: sulla destra compaiono i Monzoni davanti alla Pale di San Martino, mentre dietro di noi si vede imponente il Latemar.
Adesso il sentiero alterna salite a parti pianeggianti che rendono il percorso veramente piacevole..
Il Vernel e la Marmolada
Gli alberi scompaiono completamente fino a che la vista puo’ spaziare di 360°. Qui ci fermiamo un attimo prima di iniziare il tratto piu’ ripido del percorso. 


La PAle di San Martino dietro ai Monzoni

Baite nel tratto centrale della gita


A circa 2.150m di altitudine la traccia e’ meno chiara perche’ ci sono piu’ possibilita’ di salita. Noi siamo rimasti in costa sulla sinistra (dove ci sono un po’ di alberi) anziche scendere nel canale poco a destra. La direzione del sentiero e’ da Sud verso Nord, si piega a sinistra rispetto al sentiero percorso fino ad ora, e in pochi minuti si vede il rifugio Pederiva, rifugio abbastanza recente costruito a pochi metri dal Roda di Vael.
Rifugio Pederiva
In 1h40’ – 2h00’’ arriviamo al Roda di Vael. Facciamo una pausa per ammirare l’anfiteatro del Catinaccio: la Masare’, la Roda, la Torre Finestra (torre piatta con un buco in centro), la Sforcella, I Mugoni e le Cigolade.   
Rifugio Roda di Vael con Torre finestra a sx e Sforcella a dx


Discesa
La discesa e’ per la stessa via della salita. Oggi la neve e’ ben trasformata senza pericolo di valange cosi’ ci lanciamo per i tratti piu’ ripidi in neve fresca.

La mappa
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