Trekking in montagna

Vivere a Milano offre la possibilita' di organizzare diverse gite in giornata sulle montagne non lontane. Voglio condividere questa esperienza perche' inizilmente non sapevo quante possibilita' diverse ci fossero per gite in ogni stagione e per ogni livello di preparazione. Mi piacerebbe che la mia ricerca di posti solitamente poco frequentati e molto suggestivi possa essere un'idea anche per altri appassionati di montagna.
Ci sara' una sezione dedicata alle Dolomiti dove solitamente mi reco un paio di volte l'anno. So che non sono raggiungibili da Milano facilmente, ma sono luoghi che amo e non voglio trascurarli.

sabato 21 gennaio 2012

Triangolo Lariano : A zonzo sulle pendici del Moregallo

Partenza: Belvedere di Valmadrera (LC)- 290m
Itinerario e tempo di percorrenza:

Dislivello in salita:  600m
Attrezzatura: scarponi (senza neve)
Periodo:  Da ottobre a maggio. Evitare se c’e’ neve a bassa quota e nei periodi troppo caldi

Arrivo in auto:
Prima di Lecco prendere l'uscita per Valmadrera. Seguire per il centro del paese quindi svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per San Tomaso. Arrivati al Belvedere (la starda finisce con divieto di transito) il parcheggio e' molto piccolo, quindi noi solitamente parcheggiamo lungo la strada prima del Belvedere.

Descrizione
La zona del Triangolo Lariano e’ sempre la nostra meta ideale quando non si ha voglia di fare molta strada in auto, ma nemmeno rinunciare alla gita in montagna.
Decidiamo di girare per boschi e radure intorno al Moregallo. Il tragitto si snoda su sentieri soleggiati e panoramici.
Dalla Forcellina vista sui Corni
Nel tratto piu’ basso della gita, prima della Forcellina, si cammina in bei boschi di faggi, querce e castagni. Gli alberi spogli durante l’inverno permettono di godere la vista sui Corni di Canzo e sulle “canne d’organo” del Moregallo. Nel sottobosco non mancano mai arbusti e fiori colorati. Ci sono interi prati di rose di Natale e quest’anno, in anticipo sulla stagione, sono gia’ comparse primule, pervinca e erba trinita’.
Da Preguda verso le Grigne
Il tratto alto del percorso e’ caratterizzato da fantastici scorci su Lecco. Si vede la citta’ riparata da un lato dai monti e dall’altra aperto verso il lago. La vista spazia anche sulle montagne poco lontane come Resegone e Grigne fino a scorgere sullo sfondo cime innevate a nord del lago. A mio parere e’ molto suggestivo il crinale da Zucon fino a Preguda, tratto in cui si scende la montagna tra le betulle con la vista che si apre sempre piu’ verso il lago. Preguda e’ anche conosciuta perche’ e’ zona di massi erratici e la chiesa di San Isidoro e’ costruita proprio a ridosso di uno tra i piu’ grandi.

Itinerario
Lasciata l’auto al Belvedere imbocchiamo la strada asfaltata che porta a San Tomaso. Al termine della strada imbocchiamo un bella mulattiera seguendo il sentiero n°6-7. Dopo pochi minuti seguiamo sulla destra le indicazioni per il sentiero Paolo e Elena (PE).
Sentiero verso Zucon
Attraversando il bosco giungiamo alla Forcellina dove, sempre seguendo la palina, proseguiamo per il sentiero PE. Dopo poco il sentiero si divide nuovamente e questa volta stiamo sulla destra seguendo il sentiero OSA Preguda (volendo allungare il tragitto si potrebbe seguire il sentiero PE fino sul Moregallo). Iniziamo a camminare sul tratto piu’ impervio della montagna fino ad arrivare a Zucon.
Preguda
Da qui scendiamo per il sentiero n°6 e, dopo aver superato un ripido risalto roccioso, arriviamo al bosco di betulle e quindi a Preguda. Dietro la chiesa imbocchiamo il sentiero Elvezio (E) e lo seguiamo fino alla Forcellina. Qui procediamo in costa sul sentiero n°5 fino ad arrivare alla Sorgente di Sambrosera e per il sentiero n°6-7 di nuovo all’auto.
Sentiero Elvezio

Nota:
Nel tratto del sentiero Elvezio, tra Preguda e la Forcellina, si devono superare tre piccoli balzi rocciosi attrezzati con catene. Non sono pericolosi e non richiedono esperienze particolari, ma ci si deve aiutare con le mani.

sabato 14 gennaio 2012

Dintorni di Lecco : Zucco di Maesino e Val Bordesiglio

Partenza: Culmine di San Pietro 1.254m – valico tra Valsassina (LC) e Val Taleggio (BG)
Itinerario e tempo di percorrenza:




Dislivello in salita:  520m
Attrezzatura: scarponi (ciaspole e bastoni se c'e' neve)
Periodo:  Inverno senza neve (in caso di neve si puo’ percorrere il “percorso basso” anche all’andata).

Arrivo in auto
A Lecco imboccare la strada per la Valsassina (la Lecco – Ballabio). Giunti a Ballabio girare a destra in direzione Introbio. A Balisio svoltare a destra per Maggio e poi Moggio. Seguire quindi la statale fino al Culmine.

Descrizione
Gita breve e appagante nel cuore della produzione del Taleggio, a cavallo tra provincia di Lecco e Bergamo. Ideale per rilassarsi lontantani dalla nebbia e dal caos di Milano.
Vista sulle Grigne
Poco distante dagli impianti e le piste da sci dei Piani di Bobbio e di Artavaggio, la zona e’ poco conosciuta, quindi molto tranquilla e meta ideale per noi camminatori amanti della quiete.
Il crinale del primo tratto di sentiero
La via di andata fino allo Zucco di Maesimo si snoda per di piu’ su una larga e soleggiata cresta. Si gode un’ampia vista sulle prealpi orobiche.
La via di ritorno e’ in una valle di faggi magnifici. Grazie alla tranquillita’ del posto e’ inoltre facile scorgere camosci.
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Itinerario
Lasciata l’auto poco sotto il Culmine, imbocchiamo il sentiero si imbocca sul lato della chiesetta. Per i primi 5 minuti si segue una strada carrozzabile fino ad incontrare una casa nel bosco.
Quasi allo Zucco
Superata la casa c’e’ una palina in cui indica la direzione per DOL-Percorso alto. La giornata sembra primaverile e sul percorso troviamo solo brevi tratti di neve o di ghiaccio. Seguiamo prima il crinale della montagna e, dopo aver superato un bel bosco di conifere, scendiamo leggermente verso valle per superare un tratto di cresta evidentemente troppo impegnativo. Risaliamo quindi verso una valle molto aperta prima di lasciare il sentiero principale per giungere, con una breve deviazione, allo Zucco Maesino. Ripreso il sentiero scendiamo in pochi minuti alla bocchetta di Maesino dove un bel tavolo di legno ci aspetta per il pranzo.
Sullo zucco di Maesino
Dalla bocchetta scendiamo verso la Val Bordesiglio. Qui c’e’ piu’ neve e il sentiero non e’ ben evidente. Scendendo per il bosco arriviamo ad una radura e sulla nostra destra si vede una costruzione. Scendiamo ancora per qualche minuto, lasciando la casa ben a destra,  e dopo poco troviamo l’ampio sentiero che attraverso il bosco di faggi ci riporta al Culmine.

martedì 3 gennaio 2012

Dolomiti CATINACCIO : Giro delle malghe da Nova Levante

Partenza: Nova Levante 1.150m (BZ)
Itinerario e tempo di percorrenza:

Dislivello in salita: 
Attrezzatura: ciaspole e bastoni
Periodo:  Inverno

Descrizione
E’ arrivata la neve. Adesso sembrano davvero le vacanze di Natale!
La cima Catinaccio dai prati della Shiller
Con neve fresca e pericolo di valanghe decidiamo di fare un bel giro per malghe.
Cavalli alla Shiller
Partendo da Nova Levante si seguono sentieri, o strade chiuse al traffico, tra boschi e distese di neve. Tutto l’itinerario e’ al sole ed anche nei tratti in cui il bosco sembra impenetrabile i raggi riescono a scaldarci.
Consiglio questo giro di mezza giornata nei periodi con molta neve quando difficilmente e’ possibile fare itinerari piu’ impegnativi. Quest’anno c’era anche aperta la Shillerhof.
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Itinerario
Partiamo dal grande parcheggio di Nova Levante vicino all’ufficio informazioni. Da qui imbocchiamo il sentiero n°4, con indicazioni per la Shillerhof, subito dietro al panettiere.
Ci inoltriamo nel bosco
Dopo un brevissimo tratto asfaltato entriamo nel sentiero dove “ci tocca” fare la traccia perche’ siamo i primi visitatori.
Jocher
Dopo poco incrociamo una strada carrozzabile gia’ tracciata e quindi percorribile con piu’ facilita’. Dopo circa 20’ lasciamo il sentiero principale, seguendo sempre l’indicazione n°4, per inoltrarci ulteriormente nel bosco. Il sole illumina la neve appena caduta sugli abeti trasformando il bosco in una distesa di alberi di Natale illuminati. Continuiamo a salire fino a che il bosco si dirada e vediamo i prati del Maso Shiller, che e’ aperto per le vacanze.
Shillerhof
Dopo una pausa al sole ci dirigiamo verso il maso Hagner seguendo il sentiero n°1. Qui il sentiero, tra pascoli e boschi, e’ pianeggiante. Alla palina indicatrice seguiamo per il sentiero n°4A che ci porta fino alla Hagner. Dai prati del maso proseguendo ancora in falso-piano prendiamo il sentiero n°4B fino al maso Jocher. Da qui imbocchiamo il sentiero n°4F che ci riporta con una bella discesa fino in paese.

lunedì 2 gennaio 2012

Dolomiti CATINACCIO : Volseggspitze – Monte Balzo

Partenza: Tires al Catinaccio (BZ) loc. San Cipriano
Itinerario e tempo di percorrenza:

Dislivello in salita: 700m
Attrezzatura: scarponi (ciaspole e bastoni se c’e’ neve)
Periodo:  Inverno

Descrizione
Il Monte Balzo (Volseggspitze) e’ una cima un po’ isolata, e per questo molto panoramica, all’estremita’ sud-ovest del parco dello Sciliar. La zona e’ poco frequentata in inverno perche’ non ci sono impianti di risalita, quindi ottima meta per noi camminatori.
Croce al Volseggspitze

L’itinerario e’ poco impegnativo e  quasi interamente al sole. Offre scorci stupendi sul Catinaccio, in particolare sulle Torri del Vajolet, e sul Latemar. Si parte in boschi di conifere, prima abeti poi pini e larici, fino ad arrivare all’ultimo tratto di sentiero i cui si e’ circondati da pini mughi.
Se si hanno torce a disposizione e’ Impareggiabile il tramonto visto dal Whunleger. Il tratto di strada per il rientro all’auto e’ agevole, ma rischia di diventare troppo buoi se ci si dilunga troppo a vedere il Catinaccio accesso dall’ultima luce del sole al tramonto.
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Arrivo in auto
Arrivare al paese di Tires (BZ) in localita’ San Cipriano. Svoltare nel paese all’altezza di una chiesetta lungo la strada seguendo inizialmente le indicazioni per Lavinia Bianca. Svoltare quindi subito a sinistra verso Volsegg e parcheggiare nelle vicinanze dell’albergo Patissen.

Itinerario
Lasciamo l’auto in un piccolo spiazzo lungo la strada si vedono le indicazioni per la chiesa di San Sebastiano. Seguiamo una bella strada nel bosco e poi un sentiero piu’ piccolo fino a scorgere la radura della chiesa.
Dal sentiero verso il Volseggspitze

Qui seguiamo la strada, sentiero n°4 che in breve ci conduce nella piu’ ampia radura del Wuhnleger. Imbocchiamo il sentiero cha sale a sinistra inoltrandoci in un bel bosco di pini fino a raggiungere il suggestivo tratto finale tra pini mughi e roccette. Consiglio in questo tratto di non prendere la strada carrozzabile, ma seguire il bel sentiero.
In breve guingiamo al Rif. Cavone (Tschafonhutte) che in inverno e’ chiuso e proseguiamo per circa 20’ fino al Volseggspitze. Purtroppo e’ iniziato a nevicare e le nuvole basse non ci permetto di godere la vista da questo balcone.
Tschafonhutte
Torniamo quindi sui nostri passi fino ad un incrocio poco prima della chiesa di San Sebastiano e, seguendo le paline, ci dirigiamo verso le case di Volsegg. Si segue inialmente la strada poi ci si inoltra in bosco fitto ed alto fino ad intravedere le case. Qui, vicno ad una cappella, c’e’ una palina che indica il sentiero n°6U con indicazioni per Tires e Lavinia Bianca. Noi seguiamo per Laviania Bianca fino a ritrovare la nostra auto

domenica 1 gennaio 2012

Dolomiti CATINACCIO : Rif. Roda di Vael e Cima Ciampaz (2.316m)

Partenza: Parcheggio Valate 1.748m Passo di Costalunga (Vigo di Fassa – TN)
Itinerario e tempo di percorrenza:

Dislivello in salita:  600m
Attrezzatura: scarponi, ramponi 4 punte (poca neve) e bastoni
Periodo: Inverno (poca neve e senza pericolo di valanghe per il percorso di rientro. Con molta neve in discesa si deve ripercorrere l’itinerario di salita)

Arrivo in auto:

Da Bolzano seguire la Val D’Ega e quindi per il Passo di Costalunga. Il grande parcheggio si trova a circa 1km dal Passo sulla sinistra, verso il Catinaccio.
Dalla Val di Fassa: seguire la statale verso il Passo di Costalunga. Giunti a circa 1km dal Passo, quando la strada si fa quasi pianeggiante, sulla destra si trova il parcheggio

Descrizione
Anche quest’anno non puo’ mancare la gita al Rifugio di Vael sul Catinaccio. Penso che d’inverno, ancor piu’ che in estate, sia una delle gite piu’ remunerative che si possano fare senza grosso impegno fisico sulle Dolomiti. L’ambiente, cosi’ affollato durante i mesi estivi, ritrova la sua quiete naturale durante l’inverno.
Vista sulle Pale di San Martino
Quest’anno, vista la poca neve, l’ambiente e’ quasi primaverile, ma non per questo meno affascinante. Il percorso di salita non e’ mai particolarmente impegnativo e offre scorci impagabili verso le Pale di San Martino, i Monzoni e la Marmolada. Ed infine, saliti per l’ultimo tratto di sentiero, si apre il catino in cui e’ avvolto il rifugio Roda di Vael. Si e’ immersi nelle cime sud del Catinaccio : la cresta del Masare’, la Torre Finestra, la Roda e un po’ da protagonista svetta la Sforcella.
La Sforcella dal Rif.Roda
Nota: L’itinerario che abbiamo scelto per la discesa e’ molto panoramico e divertente. Bisogna pero’ percorrere per circa 10’ il lato della pista da sci sotto la seggiovia della Paolina. Questo tratto inoltre non e’ mai da percorrere con molta neve perche’ il sentiero dal rif. Roda di Vael al rif. Paolina e’ esposto a slavine.

Itinerario
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Con i ramponi 4 punte, dal parcheggio imbocchiamo la strada che sale nel bosco di conifere verso il Catinaccio (sentiero n°548).
In salita volgiamo le spalle al Latemar
Dopo pochi minuti incrociamo il bivio da cui arriveremo in discesa. La strada diventa un po’ piu’ ripida fino a quando si raggiunge una prima casetta sulla sinistra. Qui inizia un tratto pianeggiante molto panoramico fino alle “3 Baite” dove d’estate si vendono i formaggi. Continuiamo sul sentiero alla sinistra della staccionata e proseguiamo nel bosco con sentiero sempre ben evidente. Solitamente il sentiero invernale piega verso la valle che scende dai rifugi, mentre quest’anno, vista la poca neve, proseguiamo sul sentiero estivo fino ad incrociare il sentiero alto che arriva dalla Paolina e dopo pochi metri in piano vediamo il Pederiva prima e il Roda di Vael subito dopo.
Il Ciampaz
Prima della sosta al rifugio (chiuso) saliamo sulla cima Ciampaz appena sopra il Pederiva dove il panorama e’ ancora piu’ aperto e spettacolare. Quest'ultimo tratto, anche se molto breve, richiede passo fermo e abitudine a sentieri in cui ci deve aiutare un po’ con le mani. Non e’ quindi adatto a tutto.
Vista sul Sella
Per la discesa ci diregiamo verso il sentiero percorso in salita ma dopo pochi metri ci teniamo sulla destra sul sentiero n°549 che costeggia il lato sud del Catinaccio senza perdere quota. Arriviamo all’aquila “Christomannos” e quindi proseguiamo sul sentiero n°539 fino al rif. Paolina.
Dal Ciampaz vista sulla Marmolada e Vernel
Qui il sentiero corre sul lato sinistra della pista, quasi sotto la seggiovia. Dopo pochi minuti lasciamo il rumore per deviare sulla sinistra nuovamente su un sentiero tranquillo che, quasi in piano e leggera discesa, ci riporta al bivio trovato in mattinata vicino all’auto. Da qui in pochi minuti, ripercorrendo il sentiero del mattino, siamo al parcheggio.