Trekking in montagna

Vivere a Milano offre la possibilita' di organizzare diverse gite in giornata sulle montagne non lontane. Voglio condividere questa esperienza perche' inizilmente non sapevo quante possibilita' diverse ci fossero per gite in ogni stagione e per ogni livello di preparazione. Mi piacerebbe che la mia ricerca di posti solitamente poco frequentati e molto suggestivi possa essere un'idea anche per altri appassionati di montagna.
Ci sara' una sezione dedicata alle Dolomiti dove solitamente mi reco un paio di volte l'anno. So che non sono raggiungibili da Milano facilmente, ma sono luoghi che amo e non voglio trascurarli.

venerdì 25 febbraio 2011

Piandi di Artavaggio – SODADURA BAITA LA BOCCA

Partenza: Moggio (LC) - Piani di Artavaggio 1.650m
Itinerario: Stazione funivia – Cima Sodadura – Baita La Bocca – Stazione funivia 
Dislivello in salita:  750m
Altitudine massima: 2.009m

Tempo di percorrenza: 4 ore
Periodo: Inverno
Tempo in auto da Milano: 1h15’ (se si parte tardi si trova cosa nella zona di Monza. Meglio partire prima delle 8.00)

Arrivo in auto:
A Lecco imboccare la strada per la Valsassina (la Lecco – Ballabio). Giunti a Ballabio girare a destra in direzione Introbio. A Balisio svoltare a destra per Maggio e poi Moggio. In paese ci sono le indicazioni per la funivia.

I piani di Artavaggio con il Sodadura

Descrizione
I Piani d’Artavaggio sono una delle nostre mete preferite nelle gironate di sole. Qualsiasi itinerario si scelga si e’ infatti sicuri di non essere all'ombra. Basta allontanarsi dagli alberghi (brutto refuso degli anni ’60-’70?) per poter godere appieno dello splendido panorama.
La cima del Sodadura e’ la gita ideale per chi non si vuole stancare troppo e vuole provare l’ebbrezza di una cima, con tanto di Madoninna e croce. Il panorama a 360° spazia su Grigne, Resegone, guardando a sud e a ovest, mentre verso nord ed est fino al Disgrazia e alla Presolana.
L’ambiente cambia in modo repentino quando ci si dirige verso il Campelli, dove la montagna e’ piu’ aspra e solitaria: il mio posto ideale. Da qui si gode un’ottima vista verso il Pizzo dei Tre Signori.
Quest’anno consiglio senz’altro i ramponi. La neve, anche se non perfettamente trasformata dalla nevicata del 20-feb, e’ dura e il sentiero ben tracciato. Ci sono solo pochi tratti non innevati.
Zane, che ci accompagna ancora nella gita, ha finalmente comprato dei ramponi veri: finalmente riesce a camminare sulla neve senza scivolare!

L’itinerario
Lasciamo l’auto nel mini parcheggio della funivia. Prendiamo quindi la funivia e ci troviamo ai Piani d’Artavaggio. Ci infiliamo subito i ramponi e partiamo in direzione del Sodadura. Attraversiamo il primo tratto con gli sciatori e passato l’ex albergo Sciatori iniziamo la gita vera.
Il Sodadura visto da Nord

Il Sodadura e’ una piramide a tre spigoli. Decidiamo di salire per la cresta sud e scendere per la nord. Prendiamo quindi una traccia gia’ segnata verso la nostra cresta. Proseguiamo senza difficolta’ sul percorso mai ripido e decisamente piacevole.
Tratto ripidoal risalto di roccia

 Prendiamo la picozza (non necessaria, ma noi l’avevamo portata) solo per superare la traccia fatta sul fianco del risalto di roccia ben evidente quando si guarda il profilo della cresta. Ancora pochi metri e siamo in cima. E’ presto e decidiamo di andare a mangiare alla Baita La Bocca sul sentiero per il Campelli.
Scendiamo dal lato nord  e ci lasciamo sulla sinistra il rifugio Nicola e il rifugio Cazzaniga andando sotto la cima Piazzo (e’ il panettone che si vede a Nord dal Sodadura). Da qui si vede gia’ il tetto a triangolo della baita. La traccia che va verso il Campelli e’ ben evidente e la seguiamo fino alla baita. Qui facciamo una pausa per ristorarci un po’ e quindi rientriamo verso la funivia.
Giornata appagante e non faticosa.
Biata La Bocca con Sadadura sollo sfondo

sabato 5 febbraio 2011

GRIGNE – Rifugio Brioschi invernale dal Colle di Balisio

Partenza: Colle di Balisio (LC) Sacro Cuore 880m
Arrivo: Rifugio Brioschi 2.409m (dal Rif. Pialeral)
Dislivello in salita:  1.640m
Altitudine massima: 2.410m

Tempo di percorrenza: 7-8h
Periodo: Inverno
Tempo in auto da Milano: 1h00 (partendo all’alba! Rischio di code nella zona di Monza)

Arrivo in auto:
A Lecco imboccare la strada per la Valsassina (la Lecco – Ballabio). Giunti a Ballabio girare a destra in direzione Introbio. Dopo circa 4Km, prima di Colle di Balisio, svoltare a sinistra su una piccola strada solo parzialmente asfaltata (Indicazioni per Sacro Cuore e Rifugio Pialeral). Seguire la stradina fino alla chiesa dove c’e’ un parcheggio, non molto grande (meglio essere sul posto di buon ora!)

Descrizione
Il Grignone in invernale – una delle salite piu’ classiche e frequentate della zona. La via per il rifugio Pialeral e’ la piu’ frequentata e facile, solo da un punto di vista tecnico, perche’ dal punto di vista fisico i piu’ di 1.500m di dislivello si sentono. La fatica e’ largamente ricompensata dal panorama e dell’emozione di percorrere l’ampia cresta prima di arrivare al Brioschi. Dalla cresta vediamo tutto l’arco alpino fino agli Appennini. La giornata e’ tersa e solo sulla pianura si vede la solita nebbiolina che non ci permette di vedere Milano. Se da casa nostra si vedono la Grigne, riusciremo prima o poi a vedere casa dalla cima?
Quest’anno non c’e’ molta neve, ma il percorso e’ innevato dal rigugio Pialeral in poi. Sono quindi raccomandati i ramponi soprattutto per il ripido tratto dopo il nuovo bivacco Riva-Girani (ex baite Comolli) e per la cresta.
La Grignetta



La salita
Parcheggiamo l’auto all’alba nello spiazzo vicino alla chiesetta e ci incamminiamo per la strada che porta al Pialeral. L’aria che si respira all’alba, in montagna, mi trasmette energia e serenita’ al contempo. Grandioso! Per circa 30’ si segue la strada sul fondo valle, sotto la Grignetta, poi si svolta a destra seguendo le indicazioni del rifugio. Proseguiamo un po’ a rilento perche’ Marco sente la sua tachicardia e non possiamo forzare troppo l’andatura. Gia’ da qui vediamo il Brioschi e la traccia del sentiero che taglia la montagna. E’ ben ripido per una passeggiata!

Sulla sx la traccia e sulla dx la vetta


Arriviamo al rifugio Pialeral dove parte il sentiero invernale. C’e’ sempre gente e tracce per tutto l’inverno, quindi il sentiero e’ ben segnato. Mettiamo i ramponi per procedere piu’ agevolmente, ed ecco l’intoppo: Zane, che oggi ci allieta con la sua presenza, ha portato dei ramponi automatici, ma ha ai piedi scarponi non ramponabili. Marco inizia ad incamminarsi, mentre noi rimaniamo a litigare un po’ con i ramponi.

La traccia verso la cresta


Seguiamo quindi Marco e lo raggiungiamo al bivacco appena aperto Riva–Girani. Qui la salita diventa ripida e procediamo lentamente verso la cresta.

LA CRESTA

Finalmente ci siamo – Marco ed io senza fiato e Zane senza ramponi – e ci fermiamo qualche minuto per ristorarci prima dell’ultimo tratto di cresta. Anche la cresta e’ in parte ripida, ma l’ambiente e’ cosi’ bello che ce ne si dimentica.
Finalmente ecco la croce e il Brioschi.

La cresta durante la discesa
Il sentiero. E' ripido!





La discesa
Discesa per lo stesso percorso della salita. C’e’ una fontanella di acqua freschissima prima di arrivare all’auto.
La sosta e’ obbligata in questa giornata dal clima decisamente primaverile. In quest’ultima parte di sentiero ci sono gia’ infatti i primi fiori, oltre le Rose di Natale, che si vedono per tutto l’inverno, sono spuntate le Primule e l’Erba Trinita’.





Il Grafico Tempo Altitudine